lunedì 25 gennaio 2010

Andata e Ritorno.

La mia petrosa Itaca.
Non ho mai creduto al viaggio come ad un modo per lasciarsi alle spalle i problemi,
le amarezze, per trovare una nuova dimensione di se stessi.
Eppure sono partito con lo sguardo triste e sono tornato con un sorriso.
E non perchè sia successo qualcosa, ma proprio perchè non è successo nulla.
Ho percorso ferrovie sconosciute, attraversato ponti su fiumi, ho sentito ogni giorno un dialetto diverso, ho ascoltato le vite degli altri, ho visto le loro gioie, ho condiviso le loro tristezze. Ho lavorato tanto, come forse mai in vita mia, il giorno e la notte, fino a sentire il desiderio del sonno, come la più dolce delle carezze.
Ho visto in scena il mio primo spettacolo, dietro le quinte. Ho vissuto le ansie e le emozioni della Prima. Ho goduto del piacere sottile del successo. Ho sentito la nostalgia. Di casa, degli amici, di tutto quello che ho lasciato e che aspettava il mio ritorno.
Eppure tornando, ho avuto la confortante sensazione di essere sempre me stesso.
La mia itaca, me la sono sempre portata dentro. E per quanto lontano possa andare, per quanto lunga sia la strada del ritorno e il tempo che mi separa dall'approdo, quello che sono ormai l'ho scelto. E oggi so che è stata una scelta giusta.
Non c'è valore più grande dell'essere fedeli a se stessi e di scoprirsi felici di esserlo.