sabato 10 luglio 2010

Elogio dell'Estremismo.

In fondo va bene così.
Sul perimetro del mondo ho camminato sempre volentieri: Se ti sporgi un po' da quel bordo, puoi vedere cose che altri non immagineranno mai, nemmeno nei loro incubi peggiori.
Ogni uomo ha il suo posto. Ogni uomo dovrebbe scegliersi il suo.
Ma alcuni nei loro posti ci capitano, perchè qualcun altro magari aveva già prenotato per loro, o ci cascano, perchè la folla spinge e la prima sedia libera si convincono che sia il luogo che gli ha riservato il destino.
E ogni luogo dell'essere ha le sue conseguenze.
Dai posti in mezzo, lo spettacolo della vita lo si gode meglio. Un'ovvietà.
Persino i latini (gente per cui l'attività intellettuale era otium) se ne erano resi conto:
"La via di mezzo è lastricata d'oro".
Oro, appunto. Roba. Prosperità materiale e politica.
E i posti centrali sono sempre i più ambiti, chiaramente.
C'è chi fa a corsa per occuparli. C'è chi si lascia fagocitare dall'invito perentorio della massa: "mettiti qui", "non stare lì in disparte", "non fare l'asociale".
D'altra parte lo diceva anche Aristotele:
"Chi è incapace di vivere in società, o non ne ha bisogno perché è sufficiente a se stesso, non puo' che essere una bestia o un dio".
Teniamolo a mente.
Perchè succede che non tutti siano interessati allo spettacolo della vita.
O a vederlo dal centro, magari.
Perchè c'è chi, all'apertura dei cancelli, si dirige con flemma e nonchalance verso la sua bella poltrona laterale. Forse perchè sa che non troverà nessuno a contendergliela.
Perchè da quell'angolo, al margine della platea, la scenografia la vedi solo parzialmente, di sbieco. Gli spazi ambientali spesso non riesci a distinguerli nemmeno.
Gli attori non guardano mai da quella parte e spesso non li vedi nemmeno tutti, quando sono troppi in scena.
"E allora perchè? Perchè sedersi? Perchè stare sul perimetro e non fuori, a questo punto?"
Perchè cosi decentrati capita delle volte, se lo scenografo è abbastanza dozzinale, di intravedere qualcosa, dietro una quinta:
Un macchinista che tira una corda, perchè Dio si manifesti sulla scena.
Un omino calvo, che si aggiusta una parrucca sulla testa per diventare imperatore.
Una ballerina che si tira su una calza in fretta e furia, un attimo prima di volteggiare sul palco.
Questo. La verità dietro la finzione.
Il mondo nascosto che tutti conoscono, ma che a nessuno interessa davvero.
A nessuno o quasi.
Un posto all'estremo ha l'inevitabile conseguenza di farti perdere buona parte della trama della vita. Va scelto con cognizione di causa. Perchè della vita non danno repliche. E' il posto per chi sa sublimare un'emozione, una sola magari.
I melomani preferiscono le scomode panche del loggione al velluto della platea, perchè è nel loggione che la musica sale e si spande con armonia più sublime.
Siedi. E godi dello spettacolo delle verità che sfuggono alla massa, osserva il trucco dietro l'effetto che suscita lo stupore dei semplici, guarda il pagliaccio che si asciuga le lacrime prima di irrompere in scena e fermati ad un tratto sorpreso, a chiederti di che cosa stiano ridendo gli altri.
Benvenuti sul perimetro del mondo, una strada al confine tra la realtà e la sua negazione, teatro di scorci sublimi, distante ore di viaggio dal centro, dalla normalità e dal quieto vivere, luogo di curiose indifferenze, di paradossi logici e di esperienze poetiche, luogo nel quale, a detta dello stesso Aristotele, avete una ottima probabilità (il 50% mica spiccioli...) di essere un dio.
E se poi tra bestia e dio, per quanto vi riguarda, non fa chissà che differenza, allora, state tranquilli, siete davvero nel posto giusto per voi.