Mandato al tappeto per l'ennesima volta. Un pugile vecchio, stanco, con la faccia
livida, segnata dai round, scavata dal tempo.
Dieci! Nove! Otto!il destro e il sinistro funzionano ancora, ma la guardia... è stato sempre il mio tallone d'Achille. Ho dovuto imparare a incassare, perchè parare proprio, non c'era storia. E incassare, incasso pure, tanto.
Ma quando ti entra il dritto giusto, diavolo! Ti senti smontare la testa...
Sette! Sei! Cinque!E allora vai giù. E la caduta è come se non finisse mai. Un lento abbandono, alcolico e lisergico, quasi senza peso, e il tappeto è come un mare in cui non vedi l'ora di sprofondare, mentre lo schianto ti fulmina le orecchie... come uno sparo a bruciapelo sulla tempia.
Quattro! Tre! Due!Ora ti senti veramente finito: i guantoni ti pesano come una zavorra, ti inchiodano a terra. E forse non hai nemmeno tutta sta voglia di alzarti ancora. Il tappeto è sporco, ruvido, sanguina. (O forse sei tu che sanguini, ma che differenza vuoi che faccia adesso?) Eppure ha un che di accogliente, come una culla. Fermati qui... non andare oltre... fermo.
Uno!Scherzavo, è che mi piace creare suspence. Punto i guantoni sul tappeto e mi alzo. Perchè in fondo so di averne almeno per un altro paio di round...