martedì 20 ottobre 2009

Ricomincio da me.



La forza di muoversi comunque, mentre nelle vene non scorre una goccia di volontà.
La forza di aprire questi occhi serrati, di sorridere, almeno storcendo le labbra.
La forza di non pensare allo sconforto, alla bruttura che percepisci nel mondo, mai come prima, definitivamente. La necessità di ricominciare da se stessi.
Dall'unica bellezza sopravvissuta, quella della tua Idea, violata, saccheggiata, umiliata. Eppure ancora viva. Difendila. Perchè se anche oggi la vedi prostrarsi nel fango di una realtà misera, domani passandole una mano sul volto la scoprirai ancora candida, luminosa, meravigliosa. Difendila, a qualunque costo, anche se non hai la forza per sopravvivere tu, difendila. O non troverai più nulla per cui valga la pena morire, in seguito.
Ricomincio dai sogni, dai significati neanche troppo astrusi che trasmette la coscienza.
Ricomincio dall'istinto, perchè a conti fatti non mi ha mai tradito.
Ricomincio da un viaggio, anche se non so cosa cerco.
Ricomincio dagli amici, da quelli che restano, anche se solo per contraddirti o litigare, e li ringrazio perchè hanno ancora voglia di farlo.
Ricomincio dall'idea, anche se oggi tanta, troppa strada la separa dalla realtà.
Ricomincio da me, dal poco di buono che mi riconosco. Con un sorriso vero, incerto e consapevole.

venerdì 9 ottobre 2009

Point de Vue

Estrema caducità delle cose. Insostenibile dimenticanza, che avvolge e ingoia.
E tutto è uguale al nulla, ogni cosa il suo contrario, la logica stessa si schiaccia nell'identità degli estremi. Indifferenza. Appunto. Lento frantumarsi del valore, amaro sciogliersi del significato. La più grande opera di Picasso, se la guardi di profilo, è solo una linea sottile su uno sfondo vuoto.
Adesso capisco. Tutto diventa chiaro, lo stesso colore, lo stesso disegno.
Semplificare. La chiave per aprire tutte le porte è rinunciare all'istinto vitale di sapere cosa c'è dietro quelle chiuse. Confortanti normalità della vita.
Ora ricordi. E questa perduta memoria, ti danza davanti agli occhi come un fantasma, che trapassa ad altri mondi. Mondi che non ti è dato conoscere.
Lenta melodia di un addio, si ripete come un'eco. Ti ricorda di sensazioni smarrite, ma attaccate come un promemoria sul muro della coscienza. Ancora irrisolte. Finora forse. Perchè quando in esse ti ritrovi artefice ed oggetto. proprio nell'occupare entrambi i termini del sillogismo, te ne spieghi pienamente il valore e ne capisci il significato, una volta per tutte.

Amara nostalgia del senso.
Ovunque tu sia, perdonami per non averlo capito prima.