venerdì 19 febbraio 2010

Fino all'ultimo respiro.

Non ho mai pensato con la testa degli altri.
Non mi sono mai preoccupato di cosa fosse giusto o sbagliato, buono o cattivo,
ho sempre guardato a quello che trovavo piacevole ed evitato quello che non lo risultava.
In questo ho trovato la spontaneità dell'essere, il senso della ricerca.
L'ago che punta a Nord.
Due concetti in croce, per andare a caccia dell'infinito.
E hanno sempre retto.
Più di qualsiasi etica, più di ogni religione incontrata sul cammino.
Perchè nella vita non c'è verità che non passi per l'entusiasmo, non c'è fede che non si fondi sul desiderio, non c'è onestà che non conceda piacere.
L'eterno si frantuma cosi, come un cristallo sfuggito di mano, in un miliardo di piccoli frammenti, ognuno un secondo, un attimo...ora.
Un'infinità di microscopiche finitezze.
Tutto ciò che inizia, prima o poi sfugge.
E nel momento stesso in cui pretendi il domani, ti è appena sfuggito l'oggi.
No, non mi pento. E non cambio vita.
E se mai c'ho pensato... è stato solo un attimo.

giovedì 4 febbraio 2010

Lontano, lontano.

Essere a casa. E sentirsi estranei a tutto.
Cercare un tuo dove. Eppure sapere che nessuno è il tuo dove, che sei costantemente fuori da ogni porta e che nessuna strada è la tua.
E allora fuggi. Fuggi. Corri più lontano che puoi, dove non ti conosce nessuno, dove forse nemmeno il tuo incubo o la tua ombra possono seguirti.
Lontano, lontano.
In cerca di orecchie che possano ascoltarti come una canzone triste nella notte
o di occhi che possano guardarti ancora con languida meraviglia.
Ricomincia da capo e lasciati dietro le speranze spezzate,
le attese per ciò che non è mai arrivato. E cazzo se l'hai aspettato...
Lasciati dietro questo malditesta affilato,
lasciati dietro la paura di confessarti per quello che sei, la stretta al petto per ogni
parola che non avresti mai voluto sentire.
Va' via da qui.
Cammina giorno e notte, e quando piove, fermati e lascia che l'acqua ti scivoli addosso, che lavi via l'amarezza, i ricordi che caparbiamente si aggrappano al tuo cappotto.
Trova riparo laggiù, oltre la linea di confine del tuo sguardo.
Cammina sul letto dei fiumi per non lasciare traccia del tuo passaggio, valica le montagne che sfiorano il cielo, perchè nessuno penserà mai di inseguirti oltre.
E quando sarai lontano, quando davvero sarai altrove, straniero in terra straniera,
allora, se sentirai nostalgia di qualcosa o di qualcuno,
in quel sentimento avrai trovato la tua casa.

A quelli che il dolore caccia lontani da se stessi e disperde nella notte, lancinante litania del distacco.
A quelli che il coraggio fa tornare alle proprie case, per quanto lontani si siano risvegliati, all'alba della nuova speranza.