domenica 28 novembre 2010

Tirez sur moi

Pensate che io abbia paura.
E' cosi in effetti. Ma non ho paura di voi. Ho paura di me, dello scorrere inarrestabile dei pensieri, delle sensazioni, delle amarezze, che ti assalgono in quei momenti, nei quali la vita non puoi più considerarla come un'espressione ancora da risolvere, ma come un risultato, un numero netto, rotondo o periodico che sia. Un numero con cui confrontarsi.
Un tempo era l'idea di avere ancora tanto da fare, tanto con cui arrotondare la cifra... adesso neppure questo. E' una rassegnazione sottile. Ho paura di dover ascoltare le verità che spesso mi nascondo. Di dovermi accorgere che in fondo sono rimasto solo davanti alla morte e poco importa se, a ben vedere, tutti lo siano parimenti.
Andarmene senza lasciare traccia. Senza che nessuno abbia mai realmente capito chi sono. Di questo si, ho paura.
Ma di sicuro, non ho paura delle vostre parole. Non ho paura dei vostri coltelli, nè delle vostre minacce. Non ho paura del dolore, nè del sangue, perchè ho imparato ad apprezzarne il sapore. Non ho paura del buio, nè del silenzio della notte. Non ho paura del rumore dei vostri passi, Non ho paura di incontrare il vostro sguardo, voi, invece, pare ne abbiate molta di incontrare il mio.
Tirate su di me.
Ci sono abiutato, sono un bersaglio facile, perchè non mi guardo intorno, sono troppo impegnato a immaginare bellezze che non esistono, a fantasticare su sentimenti che nessuno ha mai veramente provato, sono troppo distratto dal sogno, per fare attenzione al male che calpesto ogni giorno. Tirate su di me.
Ma non vi aspettate che non risponda al fuoco.
Ho dentro un oceano di rabbia inespressa.