sabato 27 settembre 2008

In a broken dream...

"Ci penserò domani"
A vent'anni ti basta il futuro che hai davanti, per ricacciare indietro il peso del giudizio su te stesso, sulla tua vita, sul tuo percorso. Tutti i propositi non ancora realizzati, le aspettative sulla tua esistenza, le aspirazioni professionali e umane. Ogni notte prendi sonno col pensiero che in fondo tutto quello che non va, c'è ancora tempo per aggiustarlo. Un sacco di tempo...
Invece il tempo dentro quel sacco, è tutto uguale. Le stesse illusioni, le stesse amarezze, la stessa paura di finire inghiottito nella normalità che avevi sempre detestato, costretto a relazionarti con un mondo che disprezzi. I gusti della tua vita sono sempre gli stessi.
Così una mattina il sole sorge a levante come sempre, ma tu ti svegli diverso, sfasato di qualche grado, con la sensazione di vivere in un sogno infranto. In ritardo con i tuoi programmi, con le tue promesse, in debito con te stesso. E davanti non hai più niente. Te ne rendi conto quando chiudendo gli occhi e ascoltando il tuo respiro, ti auguri soltanto che domani non sia peggio di oggi.


mercoledì 17 settembre 2008

Reminiscenze.

Ti scivola lo sguardo giù per un obiettivo, è un attimo, attraversa la tua coscienza en passant. Un cerchio, una linea, un colore e d'mprovviso ricordi che il mondo dall'altra parte puo' essere diverso da com'è, se puoi scegliere dove comincia e dove finisce. Giusto un attimo, il tempo di rinsavire dall'ammaliamento della poiesi, poi ritorni al lavoro, tutto perde il fascino dell'identificazione e le cose ritornano ad essere cose. Attingere al senso soltanto per gioco, in piccole dosi, occasionalmente: è un problema di coraggio. Perchè la Poesia non ammette felicità. Tanto più ti avvicina alla perfezione, tanto più ti sottrae alla vita, ti divora. Quello che vedi, quello che senti viene inghiottito in un maelström, risucchiato in una tempesta che sfugge al tuo controllo. Una tempesta che ti strappa il tuo presente e lo mischia e lo disperde nel passato, e lo fa colare a picco, in un mare di cui non vedrai mai il fondo. Poesia è perdere tutto. E ritrovare ogni tanto qualcosa, quando la tempesta pietosa lo riporta a riva, malmesso, infradicito, magari attaccato a qualcos'altro con cui all'inizio non aveva proprio a che fare. Poesia è ciò che riemerge dalla tempesta della dimenticanza.

"E il naufragar m'è dolce in questo mare".
(da l'Infinito, Giacomo Leopardi)

martedì 9 settembre 2008

Odiarmi m'affatica...

Solitudine, ritrovarcisi magari, quando proprio non te lo aspetti.
Forse perchè a forza ti illudi di non esserlo. Forse perchè tendi a pensare che è triste, troppo triste che non esista un posto al mondo dove si possa trovare la giusta risposta alla propria sensibilità. Eppure non per tutti esiste. ci sono persone che sono al di fuori della grazia del senso, che per quanto possano impegnarsi a dare il meglio di sè, sono e restano inaccettabili, intollerabili persino per sè stessi. Scavano nel profondo della realtà, fino ad esserne ossessionati: affamati di emozioni, eppure fragili e diffidenti dinnanzi ad esse. Vorrei poter trovare una misura alle mie passioni, ma so perfettamente che non esiste. E mi ritrovo infastidito da me stesso.

"Non vorrei mai fare parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me" (Groucho Marx)

martedì 2 settembre 2008

Quando l'idea si fa simbolo.

Evocativa, immortale, l'immagine del Che è diventata simbolo della lotta, della libertà che si costruisce, che si ottiene a costo della vita, delle vite dei combattenti, di chi non accetta il destino, di chi non volta le spalle al proprio senso del giusto e alla propria responsabilità nella sua affermazione. Un incontro casuale, ma neanche tanto, perchè l'immagine del Che è sui muri di ogni città, nelle coscienze di tutti coloro che lottano, ma anche in quelle di coloro che si nascondono, che rinunciano, che preferiscono il basso profilo. Perchè la giustizia, anche se non si pratica, è nell'animo di ogni uomo.