Ti scivola lo sguardo giù per un obiettivo, è un attimo, attraversa la tua coscienza en passant. Un cerchio, una linea, un colore e d'mprovviso ricordi che il mondo dall'altra parte puo' essere diverso da com'è, se puoi scegliere dove comincia e dove finisce. Giusto un attimo, il tempo di rinsavire dall'ammaliamento della poiesi, poi ritorni al lavoro, tutto perde il fascino dell'identificazione e le cose ritornano ad essere cose. Attingere al senso soltanto per gioco, in piccole dosi, occasionalmente: è un problema di coraggio. Perchè la Poesia non ammette felicità. Tanto più ti avvicina alla perfezione, tanto più ti sottrae alla vita, ti divora. Quello che vedi, quello che senti viene inghiottito in un maelström, risucchiato in una tempesta che sfugge al tuo controllo. Una tempesta che ti strappa il tuo presente e lo mischia e lo disperde nel passato, e lo fa colare a picco, in un mare di cui non vedrai mai il fondo. Poesia è perdere tutto. E ritrovare ogni tanto qualcosa, quando la tempesta pietosa lo riporta a riva, malmesso, infradicito, magari attaccato a qualcos'altro con cui all'inizio non aveva proprio a che fare. Poesia è ciò che riemerge dalla tempesta della dimenticanza.
"E il naufragar m'è dolce in questo mare".
(da l'Infinito, Giacomo Leopardi)
2 commenti:
A volte perdere tutto serve a farci guardare con occhi nuovi a quello che resta!Credo sia un bene che il sentire sfugga al controllo, che in qualche modo il passato si mescoli al presente,perchè quello che riemerge dopo la tempesta non è mai casuale!Magari quel qualcosa a cui lo trovi attaccato non lo avresti mai notato e le connessioni tra le cose, che a volte sembrano così assurde e distanti, in un momento divengono palesi!Il pasato è fatto di frammenti che riemergono inaspettatamente solo quando noi siamo in grado di percepirli...anche singolarmente, scissi da ogni sovrastruttura!La poesia ha la capacità di rendere possibile un processo così intimo...e questo si avvicina molto alla perfezione..o forse è semplicemente evoluzione! K
Allo stesso modo posso dirti che:
Poesia è riemergere dal gorgo in cui senti che stai annegando, tornare a galla col sale sulla bocca e scrivere con un dito sulla sabbia, per chi verrà, com'è il sapore del mare prima di morirci dentro. Poesia è non essere soli, è avere (anche solo immaginario) un pubblico, e forse illudersi che ci sia un'utilità anche per terzi, fosse anche solo un piacere estetico. Poesia è inventare una forma per il caos dei pensieri e delle emozioni, trovare una melodia per le dissonanze dell'anima e trarre consolazione dalla bellezza creata... è un'esigenza di ordine, di apollineo sul dionisiaco.E' salvarsi dalla pazzia dopo esserci caduti. Si possono scrivere infinite poesie anche sempre per la stessa frattura, che come dici tu ciclicamente magari ritorna. La poesia non basta mai... in fondo non salva mai del tutto, ma in qualche modo, ecco, ti fa compagnia. E' un'onda dolce, come dice Leopardi. Si prende tutto, ti lascia naufrago...ma quando le cose ti ritornano a riva, gli dai il valore della sopravvivenza.
Non è una questione di coraggio comunque, è una necessità, è davvero spirito di sopravvivenza, innata. E a pensarci bene un poeta sta davvero male solo quando non riesce a scrivere, ecco che allora smette di vivere.
Anche gli "eroi" vivono di poesia, ma la canalizzano in modo diverso: non cercano un pubblico per cui fare dell'arte, ma in silenzio trasformano il seme della poesia in un destino scelto, scelgono di che morte morire. E' il comandante che cala a picco con la sua nave, che non vuole salvarsi e dice agli altri che non capiscono "io resto".
Nè i poeti nè gli eroi sono sulla strada per la felicità, forse perchè hanno scoperto che la felicità non esiste come la intendono i più: felicità per loro è una delle due, o poesia o eroismo. E' l'idea che li tiene a galla, tanto più vi aderiranno tanto più saranno infelici e felici insieme.
E a pensarci bene, c'è eroismo nella poesia, quanto poesia nell'eroismo.
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